< torna all'elenco dei critici
SOGNO E RAGIONE
Se l’artista volendo raggiungere l’eccellenza deve tenere presente che, per dirla con Saverio Bettinelli, “l’arte è un sogno in presenza della ragione” allora osservando l’opera del maestro Angelo Tassi non si può che dedurre che questa di pochissimo si scosta da quella.
Tale visione, tremendamente settecentesca ed illuminista, ben si adatta all’arte di Tassi che risulta essere fortemente legata alla sfera dell’irreale, ma immediatamente e indissolubilmente ci riporta ad una realtà tanto precisa e puntuale da essere concepita solamente tramite il vaglio della ragione.
Tassi, fondamentalmente, cosa dipinge? Scenografie, architetture, interni di palazzi gentilizi: opere
Pensate e create dal genio umano che altro non è se non razionalità allo stato puro; poi ci sono le figure dei Principi della Chiesa i quali sono stati creati tali se si sono “ in modo eminente distinti per dottrina, costumi, pietà e prudenza nel disbrigo degli affari” e quindi se hanno saputo mescolare anima ed intelletto che è nuovamente ragione.
E il sogno? Se per sogno si intende immaginazione, fantasia, cosa distante dalla realtà ecco che ben si comprende quali siano i mezzi pittorici attraverso cui Tassi rappresenta il sogno: essi sono il pulcinella che spesso fa capolino dietro uno scranno, un elemento architettonico, un alone di luce intempestiva e dorata. Queste figure leggere, eteree, quasi incorporee nelle loro linee essenziali – tracciate attraverso un gradevolissimo e convincente sfumato – sono quanto di più fantastico ed irreale si possa rappresentare, quasi essi fossero folletti dispettosi che osassero introdursi nelle sacre conversazioni carpendone i significati più reconditi. Ed è proprio facendo suo il binomio (Anima)e ragione (Mente) che Tassi è capace di tradurre sulla tela il fondamentale e irriducibile equilibrio che – necessariamente - deve esistere tra le due entità.
Ciò che Angelo Tassi rappresenta può e non vuole essere lasciato al caso poiché l’equilibrio è armonica proporzione e il raggiungimento di quest’ultimo non è immediato. A mio avviso il pittore ha brillantemente risolto anche questo problema tramite una tenacissima e convincente tecnica del disegno.
Se l’equilibrio si raggiunge provando e riprovando è appunto in tale modo che Tassi realizza le sue opere: prima egli osserva il modello facendolo proprio, poi ne traccia le linee essenziali sulla tela, e
procede - provando e riprovando – finchè la bellezza non si è finalmente incarnata nell’Assoluto Artistico.
Osservando le opere di Tassi ci si accorge come tutto sia frutto di uno studio attento atto a fissare indelebilmente sulla tela non una singola emozione, ma la somma di una ricerca espressiva mai fine a sé stessa. Ecco, allora, che Tassi ha raggiunto felicemente l’obiettivo da cui abbiamo preso le mosse, ossia che tramite una tecnica pittorica altamente empirica e – quindi – razionale egli sa dare ai soggetti così rappresentati una dimensione immaginifica e fantastica che altro non è se non puro e semplice sogno.
Concludendo, l’opera di Angelo Tassi con i suoi colori spesso volutamente complementari, le sue abbaglianti dorature, le sue figure sempre in bilico tra tradizione e trasgressione ( e – volutamente-egli vuole che il problema resti irrisolto e insolvibile ), le sue trasparenze, le sue sontuose scenografie a cavallo tra sogno e realtà si impone prepotentemente nel panorama dell’arte contemporanea poiché non prescinde dal passato che è tradizione, ma lo fonde mirabilmente con il presente che – perlopiù – è trasgressione in una miscela di luci – linee – colori i quali, non difficilmente, sapranno affascinare.
Marco Violi